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Bere caffè previene l’Alzheimer.

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Krasin
view post Posted on 10/6/2012, 00:37     +1   -1




Bere caffè previene l’Alzheimer

di ELENA VALLI 07/06/2012

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Il caffè non aiuta solo a tenersi svegli, ma anche a mantenere e a a conservare negli anni una buona memoria. La notizia arriva dalle Università della Florida del Sud e di Miami e ne raccomanderebbe il consumo di almeno tre tazzine al giorno.
In piedi al bancone del bar, oppure appoggiati alla vostra scrivania o semplicemente nelle vostre cucine dopo il pranzo, il caffè è qualcosa che vi rincuora, un rito che aspettate ogni giorno e che ogni giorno vi regala una piacevolissima pausa. Non siete da condannare per questo vostro vezzo, ma da lodare come virtuosi. Sembra infatti che la preziosa bevanda scura abbia proprietà protettive nei confronti del temutissimo morbo di Alzheimer, oltre che di altre demenze senili.

Lo studio condotto dalle Università della Florida del Sud e di Miami tra 124 persone con un’età compresa fra i 65 e gli 88 anni, dimostra infatti che consumare 3 tazzine di caffè al giorno, che corrisponderebbero a circa 1200 ng per millilitro di sangue, aiuterebbe a salvaguardare il declino delle cellule cerebrali. Inoltre, il fatto ancora più sorprendente sarebbe che la bevanda nera aromatica sembrerebbe proprio essere l’unica fonte di caffeina per queste persone.

Questa semplice abitudine, che piace a molti aiuterebbe anche a prevenire l’evoluzione di lievi demenze senili nel morbo di Alzheimer, fermando il progredire della degenerazione cerebrale per diversi anni, almeno quattro stando al periodo di osservazione condotto dagli scienziati.

Prima di acclamare i risultati ottenuti sulla specie umana, gli stessi benefici effetti della caffeina si erano evidenziati sui topi, come ricorda bene Chuanhai Cao, neuroscienziato presso l’USF College of Pharmacy e USF Byrd Alzheimer’s Institute “I risultati provenienti da questo studio, insieme ai nostri recenti studi dell’Alzheimer sui topi sono molto coerenti nell’indicare che un consumo quotidiano moderato di caffeina/caffè nell’età adulta proteggerebbe significativamente dallo sviluppo del morbo di Alzheimer nell’età avanzata.”

Quindi sembra proprio che non sia tanto la caffeina in sé stessa, ma propriamente il caffè a mantenere in salute il nostro cervello e a proteggerlo da eventuali patologie future. Il 51% dei partecipanti a questo studio, che aveva inizialmente manifestato un decadimento cognitivo lieve non ha sviluppato in seguito malattie più gravi.

Ma la scoperta non riguarderebbe solo il morbo di Alzheimer; sembra infatti che questi consumatori abituali dell’aromatica bevanda abbiano mostrato una certa resistenza a malattie altrettanto gravi e minacciose, che tendono a svilupparsi dopo una certa età, come il Parkinson, l’infarto, il diabete di tipo II e il cancro al seno.

“Il caffè è economico, altamente reperibile, facile da far arrivare al cervello e ha pochi effetti collaterali per la maggior parte delle persone”, commenta Chuanhai Cao, neuroscienziato e per i cultori del caffè, quello che prima era un piacere potrebbe diventare anche una vera medicina.

Fonte: “High blood caffeine levels in older adults linked to avoidance of Alzhimer’s desease“; Journal of Alzheimer’s Desease – 5 June 2012

eurekalert.org

Edited by Krasin - 30/4/2014, 07:33
 
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Krasin
view post Posted on 21/4/2013, 09:45     +1   -1




Caffè e cornetto??

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Krasin
view post Posted on 19/8/2013, 08:32     +1   -1




Quanto costa un caffè?

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Krasin
view post Posted on 30/4/2014, 06:31     +1   -1




Il Caffè - Le proprietà nutritive e psicoattive

Quali sono le proprietà nutritive del caffè? Quali le controindicazioni al suo consumo? E perché il caffè è tanto celebrato e amato, soprattutto in alcuni paesi tra i quali l’Italia?

Il caffè è noto a tutti per essere un piacevole stimolante a livello nervoso.
La sua azione è da imputarsi alla presenza di caffeina, un derivato purinico (la trimetilxantina) simile ad altre sostanze notoriamente eccitanti (la teofillina e la teobromina contenute nel caffè, ma anche nel tè). La caffeina è una sostanza “nervina”, cioè una sostanza che agendo sui centri nervosi produce una piacevole sensazione di benessere. Essa si trova non solo nei semi, ma anche nelle foglie della pianta, nonché nel tè, nel cacao, nella cola e nel matè.
La quantità di caffeina contenuta nel caffè dipende da diversi fattori, il più importante dei quali è sicuramente la miscela utilizzata per la sua preparazione. La miscela più diffusa in commercio è quella arabica, ma ne esistono anche di molte altre varietà.
L’effetto stimolante della caffeina ha una durata di circa due ore dall’assunzione, e provoca un discreto risveglio delle facoltà mentali, allontanando la sonnolenza e potenziando la memoria, la capacità di apprendimento, e la percezione degli stimoli sensoriali.

In neurologia l’acido caffeico, altro componente importante nella stimolazione neurologica insieme alla caffeina, è stato ampiamente sfruttato in alcuni “vecchi” prodotti farmacologici per ridurre la gravità degli attacchi di emicrania e delle cefalee in genere, in virtù delle sue spiccate proprietà vasocostrittrici.
Gli effetti stimolanti del caffè determinano un aumento dell’espansione polmonare, ma anche un aumento della diuresi grazie alla dilatazione delle arterie renali.
Interessante altresì la stimolazione epatobiliare prodotta dal caffè, che, sollecitando la contrazione della cistifellea, ottimizza le funzioni intestinali coadiuvandone i movimenti. Varrà forse la pena ricordare che in fitoterapia, molte piante cosiddette “colagoghe”, quali il boldo, il tarassaco e il carciofo, dotate di marcate proprietà epatoprotettive ma anche ipocolesterolemizzanti e antistitichezza, trovano impiego proprio sulla base di questo principio: stimolando la produzione di bile, si ottiene spesso una buona risposta in termini di riduzione del colesterolo e dei problemi di stitichezza.

Al caffè sono state attribuite in passato responsabilità in parte smentite da successivi studi.
Ipertensione, colesterolo, diabete, infarto e alterazioni dei valori della omocisteina, sono solo alcune delle colpe presunte di questa delizia.
A tal proposito è stato segnalato come da una parte sia stata confermata la diretta correlazione tra i valori di omocisteina plasmatica, colesterolo e assunzione di caffè (Am Clin Nutr 2001;74:302), mentre dall’altra diversi studi hanno smentito la correlazione tra incremento dei casi di ipertensione, infarto e diabete da una parte e consumo di caffè dall’altra. (Si vedano in proposito: SA Rosner et al, AmJEpidemiol 2007, 1 Feb, 165:288-293; Nutrition (JA Greenberg et al, AmJClinNutr 2007 Feb, 85(3):392-398); Coffee consumption and risk for type 2 diabetes mellitus. Ann Intern Med 2004 Jan 6; 140:1-8).
Resta infatti fondamentale considerare sempre le complessive abitudini e lo stile di vita del soggetto prima di saltare velocemente alle conclusioni (ben peggiori sono risultati essere i danni provocati da bibite dolci a base di cola rispetto all’assunzione di qualche innocente tazza di caffè al giorno: Winkelmayer WC et al, JAMA 2005 Nov 9;294(18):2330-5.
Sono stati inoltre ipotizzati su Neurology nel 2002 importanti benefici del consumo di caffè nel morbo di Parkinson.

Ma forse l’aspetto più interessante legato all’assunzione di caffè è dato dall’incremento della termogenesi: la maggior parte degli integratori alimentari dimagranti si propone di stimolare il metabolismo dei loro consumatori nell’intento di aumentare il dispendio calorico giornaliero. Ma è possibile ottenere tale effetto molto più semplicemente, e molto più economicamente, attraverso una quotidiana e intelligente assunzione di caffè. Si tratta cioè, in buona sostanza, di utilizzare il caffè come il tè verde, altro importante dimagrante stimolante la termogenesi.

Intolleranze alimentari
Non esistendo una alimentazione valida per tutti, ma solo una individuale sensibilità ad alcuni alimenti, vale sempre la pena di considerare che una intolleranza al caffè potrebbe dipendere non solo dalla caffeina contenuta in esso, ma anche da altre sostanze in grado di produrre una infiammazione cronica latente.
In tal caso, pertanto, prima di sentenziare contro questa prelibatezza, andrà accuratamente indagata l’alimentazione del singolo soggetto nonché la eventuale presenza di intolleranze alimentari.

Dott. Vladimiro Colombi - Nutrizionista e Naturopata
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Krasin
view post Posted on 1/4/2015, 18:50     +1   -1




Oggi, con il mitico av-391 pv, Forum j Libertad vi presenta: Vintage Penthouse




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