Forum j Libertad

I salafiti

« Older   Newer »
  Share  
Krasin
view post Posted on 29/11/2012, 06:35     +1   -1




venerdì 14 settembre 2012

La via dei salafiti: Maometto e Corano le bussole inviolabili

di Roberto Tottoli Corriere della Sera, 14.9.12

Storia e dottrina

l43-salafiti-120922100718_medium

Devono il loro nome ai pii antenati (al-salah al-salih), ovvero ai primi musulmani e a Maometto la cui condotta seguono alla lettera. Corano e figura del Profeta sono il centro di devozione di tutti i musulmani, ma per i salafiti divengono qualcosa di più: un ideale di perfezione da imitare in ogni dettaglio, nella certezza che mai nessun altra generazione potrà raggiungere quella perfezione. Nati come movimento progressista a cavallo di fine '800, i primi salafiti si richiamavano a Maometto per superare e vincere i residui della scolastica medievale e per avviare riforme spesso filo-occidentali tra Egitto e India. Nel Ventesimo secolo, il loro insegnamento ha ben presto perso terreno e diffusione davanti ai processi di re-islamizzazione. Ed è così, che dagli anni 70, il termine salafita è tornato pian piano a circolare ma per designare un altro islam. L'islam tradizionalista, rigido, spesso finanziato dai denari dei wahhabiti sauditi, avverso ad ogni innovazione e sostenitore di un'unica interpretazione della propria religiosità. Il fallimento di ogni altra soluzione politica nelle realtà del mondo islamico e l'affermarsi progressivo del ruolo politico dell'islam hanno negli ultimi decenni fatto il resto, e le primavere arabe hanno mostrato, anche in maniera sorprendente, come molti elettori considerino la visione salafita attrattiva. La loro risposta ai problemi è del resto chiara e all'apparenza senza dubbi.
Ogni soluzione va trovata nel Corano e nell'esempio di Maometto, nei suoi detti e nei suoi atti, e la via per ottenerlo è un continuo e ossequioso studio della sua condotta, ovvero della sunna. Come spesso accade, però, la granitica certezza di ogni salafita non genera le stesse visioni, e le divisioni non mancano. Vi sono salafiti quietisti, contro ogni intervento diretto nelle società, dediti allo studio e critici verso ogni azione diretta, ed altri che collaborano con jihadisti un po' ovunque. Vi sono salafiti che disprezzano tutti gli altri, anche Al Qaeda e i suoi appartenenti, tacciandoli di ignoranza e scarsa dottrina, e salafiti che cercano vie politiche e che partecipano alle competizioni elettorali usandone tutte le tecniche necessarie, compresi slogan facili e di presa immediata. Pochi sono forse gli elementi che unificano tutti, e sono quelli che compattano anche tutta la comunità islamica. La difesa del Corano e della figura del Profeta sono i più importanti. Non stupisce affatto, perciò, che siano ora in prima linea nei disordini e nelle proteste contro il film anti-musulmano di Sam Bacile e che le loro proteste stiano infiammando il mondo islamico. La diffusione dell'islam salafita in ogni dove sta spingendo in un'unica direzione realtà tra loro diverse, in nome di un islam tradizionale che si vuole sempre uguale. È una visione che dimentica volutamente duttilità e diversità della storia musulmana. Davanti a un mondo islamico contemporaneo che addirittura rifugge da rappresentare visivamente Maometto, che ne oscura il viso nelle ricostruzioni cinematografiche e televisive, il salafismo rigetta secoli di riproduzioni miniate in cui il volto del Profeta era a volte ritratto, e una devozione popolare che si è riconosciuta in rappresentazioni concrete e non solo in rigidi dettati. E così facendo cerca una purezza teologica che rappresenta un ritorno a origini mai esistite e solo idealizzate. I recenti trionfi elettorali e la diffusione del salafismo in tutto il mondo islamico paiono portatori di un'utopia politica che difficilmente potrà sopravvivere al confronto con la realtà concreta. Le difficoltà di coniugare politica e richiamo religioso sono già evidenti nella Fratellanza Musulmana al potere in varie realtà nazionali, e per i salafiti l'equilibrio rischia di essere ancora più difficile. Il rigetto di ogni presunta innovazione rispetto alla pratica e ai pronunciamenti di Maometto non può che far esplodere differenze. Già lo si è visto in alcuni casi concreti, come in Tunisia o in Egitto. E per assurdo, il vero elemento condiviso pare essere la difesa del Corano e di Maometto contro presunti attacchi esterni che, oggi come nel recente passato, hanno la forza di riunire in un'unica voce proteste e reazioni violente. E tutto ciò avviene in nome di un malinteso spirito comunitario che trova espressione e unità solo in queste reazioni, e che in fondo, più che una visione dottrinale, evidenzia la capacità salafita di dar corpo, magari per poco, a un islam unico, coeso, e a difesa della centralità del suo Profeta.
 
Top
0 replies since 29/11/2012, 06:35   76 views
  Share