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Sesso e disabilità. Il tema è ancora un tabù?

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Krasin
view post Posted on 2/7/2014, 18:03     +1   -1




Amore, sesso e disabilità. Il progetto di Franco Montanaro

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MARTINA FRANCA – Da sempre l’amore ha ispirato poeti, musicisti, pittori, scultori e artisti di ogni genere. E’ il tema centrale di molte opere, il colore in più sulla tela di un pittore, il sentimento nascosto e spesso maledetto di un poeta, soggetto principale, o di sfondo, di una storia raccontata su di una pellicola cinematografica. Un argomento scivoloso, più di altri, che rischia di trasformarsi in banali scenari da cartolina, tra il rosso dei cuoricini e il bianco delle divinità volanti pronte a lanciare qualche freccia a tradimento.

Un rischio che Franco Montanaro, giovane studente di Scienze Politiche “residente nel territorio di Martina Franca anche se distante soli 3 km da Locorotondo“, ha voluto affrontare nel suo progetto intitolato “Amore è stare svegli tutta la notte con un bambino malato. O con un adulto molto in salute“. Un “titolo lungo – spiega – per un tema su cui spesso si taglia corto”.

L’idea che propone sulla piattaforma di finanziamiiltuofuturo.it, che tramite il Il crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding, finanziamento) ricerca finanziamenti dal basso sul web, è semplice quanto efficace: “voglio realizzare un cortometraggio sulla disabilità legata alla sessualità“- dice.

Tutto ebbe inizio nella sala di un cinema, o meglio fuori dalla sala dopo aver visto “Shame”, un capolavoro di Steve McQueen che racconta il dramma vissuto da un uomo malato di bulimia sessuale. Proprio per l’effettiva perfezione di quel lavoro Montanaro ci dice: “Mi colpì perché troppo bello, tanto bello che mi fece arrabbiare. L’unico problema di questo qui era che (ride) … fosse pieno di figa“.

Si trattava, e si tratta, di un capolavoro “però il regista – secondo Montanaro – ha voluto usare il cinema per il cinema… uno che fa un film per il solo desiderio di realizzare un film, punto. Questa cosa va bene, però se la fa De Sica ci incazziamo, se la fa un grande autore e regista no. Un grande autore secondo me, ogni tanto, dovrebbero fare cinema non solo per fare cinema, sennò fai l’idraulico… l’idraulico viene a casa e … fa l’idraulico, non è che gli chiedi uno spunto di riflessione”. Un tecnico da “ci sta il tubo che perde”, “aspè che te l’aggiusto“.

L’arte invece, quando può dovrebbe uscire fuori da questo ragionamento. Ed ecco il perché di questo progetto sulla disabilità. “Immagina una persona adulta – continua Montanaro – che dalla testa fino alla vita sta bene, ma che dalla vita in giù no. Immagina una persona costretta su una sedia a rotelle che ad un certo punto della sua vita ha bisogno di soddisfare il suo istinto sessuale, certo è una cosa normale l’istinto, ma per gli altri quella persona rimarrà sempre un bambino, difficilmente vedranno in lui un adulto“.

Un intreccio tra sesso, amore e disabilità con una mamma che non sa come reagire agli istinti naturali del figlio che affronta come tutti l’adolescenziale istinto sessuale. Un bambino che tende all’infinito verso l’età adulta e una madre che segue la sua disabilità, cercando di farlo sentire “normale”.

Si chiama Camillo quel ragazzo. Un ragazzo che uscito da scuola, mentre è in macchina con mamma Giulia, si scopre attratto da un corpo femminile spalmato su un cartellone pubblicitario. La mamma, in un primo momento imbarazzata, cerca di distrarlo, ma qui entra in gioco il grande sentimento, l’amore che lega mamma e figlio. Un legame che porterà mamma Giulia ad andare anche oltre i suoi preconcetti… proprio per amore. Camillo dovrà essere guidato, ma Giulia non sa come stabilire e gestire quel rapporto fra suo figlio e il mondo della sessualità.

Sei sicuro di riuscire a raccogliere fondi necessari per la realizzazione di questo progetto con il crowdfunding?

“Sono qui perché vorrei raccogliere un fracasso di soldi (ride). In realtà non sono un fracasso, ma il crowdfunding in Italia è una cosa nuova, non siamo in America dove hai a disposizione 250 milioni di persone e dove questo strumento funziona bene. In Italia già siamo pochi, quelli con i soldi sono ancora di meno, perciò quando parli di crowdfunding ti chiedono subito ‘Soldi vuoi ne? E non ce ne sono’.”

Però hai superato il primo step senza problemi.

“Questa fase è la più difficile, la prima fase era un lancio…come dire, vediamo se tua zia mette dieci euro. Io ho ricevuto molte donazioni da persone che non conosco, non ho una famiglia numerosa. Il progetto in realtà sta andando molto bene, perché interessa, il progetto va, il problema in sé è che il metodo di raccolta fondi su internet è una cosa nuova e quindi si porta dietro tutte le difficoltà e le diffidenze del caso. Il secondo step dovrebbe basarsi più su un coinvolgimento di onlus, associazioni, enti disposti a fare da sponsor a questo progetto.”

Cosa faresti nel caso in cui non riuscissi a raggiungere la cifra richiesta con la piattaforma di finanziami il tuo futuro?

“Il mio sogno è lavorare, in realtà credo sia il sogno di tutti fare un lavoro, poi se ti piace è il top. Certo è difficile… non è come dire, domani vado a raccogliere i funghi, anche se pure per raccogliere i funghi ora è difficile. La piattaforma è interessante, è stata ben fatta e ora siamo al secondo step, dobbiamo raggiungere il 70% del costo totale del progetto entro il 30 novembre. Sono un pò orgoglioso di dire che siamo quelli che hanno beccato più soldi di tutti. 652 € su 10.000. Se non raggiungo la cifra porterò ugualmente avanti questo progetto, anche perché non ne ho altri, mi piacerebbe fare questo lavoro e questo progetto è come un inizio. Ho già realizzato un progetto con Ermanno Olmi, una bella esperienza, ma che non mi ha dato un lavoro. Realizzammo un documentario che è arrivato a Venezia, ma era una collaborazione, mentre questo qui sarebbe il mio primo vero progetto“.

Perché si arriva a chiedere l’aiuto della comunità?

“Se avessi avuto i soldi per portare avanti il progetto da solo non l’avrei mai messo sulla piattaforma di crowdfunding , è come se mia madre venisse da me e mi dicesse ‘vuoi la focaccia?’, ‘si mamma, grazie’, e nonostante la focaccia già pronta nel forno mia madre mi chiedesse i soldi per prepararla. Non è necessario coinvolgere la comunità per chiedere dei soldi quando la focaccia è già pronta nel forno. Io non ho nemmeno la farina. Per esempio il video di presentazione (che pubblichiamo di seguito ndr) l’ho realizzato il giorno prima di un esame universitario (che è andato anche bene), con una macchina fotografica prestata.”



Ma quanto può costare un cortometraggio? Insomma, con 10.000 € cosa si può fare?

Partiamo dal fatto che per realizzare un cortometraggio di qualità servono circa 35/40 mila euro. Io con quei soldi intendo acquistare la strumentazione necessaria e poi pagare chi concretamente lavorerà al progetto, come il regista, il tecnico del suono, il direttore di fotografia etc etc. L’ Obiettivo è quello di realizzare un cortometraggio cercando di coniugare l’uso di strumentazioni di qualità con un costo accettabile.

Giovani del territorio chiedono aiuto alla comunità, per rimanere qui, per lavorare qui, per sentirsi parte integrante di un territorio che crede nelle potenzialità dei suoi giovani. Un modo concreto, forse, per lottare contro la fuga dei cervelli e per regalare un po’ di sana speranza. Si può sostenere il progetto andando sul sito di finanziamiiltuofuturo.it e da lì donare qualsiasi cifra al progetto con la consapevolezza che, se entro il 30 novembre non si raggiungesse il 70% del costo totale per passare all’ultimo step, i soldi donati attraverso paypal ritornerebbero indietro… ai legittimi proprietari.

3 Settembre 2013
martinanews.it/franco-montanaro
 
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Krasin
view post Posted on 16/7/2014, 23:02     +1   -1




“The special need”, il film on the road che rompe il tabù su sesso e disabilità

Il documentario, che ha ottenuto diversi riconoscimenti in Europa, racconta il viaggio di Enea, ragazzo autistico che decide di fare finalmente l’amore.



Pubblicato il 18/feb/2014
Enea ha trent'anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l'amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell'autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni?

Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need diretto da Carlo Zoratti racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana.
 
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Krasin
view post Posted on 8/8/2014, 23:10     +1   -1




Siamo disabili e vogliamo fare sesso

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Laetitia Rebord ha 31 anni ed è malata di Atrofia muscolare spinale, una malattia neuro-degenerativa che l’ha costretta alla più totale immobilità. La donna non può muoversi autonomamente , ma non ha perso il senso del tatto, e sente ogni tocco sul suo corpo. Laetitia è vergine, lo dice senza imbarazzo. E sempre senza imbarazzo dice di voler provare il sesso almeno una volta nella vita. È consapevole che il suo grave handicap rappresenta un ostacolo alla sua vita sessuale, e ora si batte perché anche il suo paese, la Francia, legalizzi quello che è stato chiamato “sesso surrogato”.

SESSO SURROGATO - La battaglia di Laetitia è raccontata da Stefania Rousselle nel documentario Seeking Sexual Surrogates, che tratta la delicata questione del sesso tra le persone disabili e la relativa controversia dell’illegalità del “sesso surrogato” che è scoppiata Oltralpe negli ultimi mesi. Il sesso surrogato, spiega The Atlantic, consiste nel pagare una figura professionale che offra al paziente un contatto intimo, anche se non necessariamente un rapporto sessuale. Questo tipo di assistenza è nata intorno ai primi anni Settanta, allo scopo di aiutare le persone (non soltanto i disabili) a superare la propria ansia patologica nei confronti del sesso. In molti ricorderanno l’apprezzato film The Session, in cui Helen Hunt interpretava proprio una donna che offriva sesso surrogato a un uomo costretto in un polmone d’acciaio.



“USO NON ETICO DEL CORPO UMANO” - Lo scorso marzo, il Comitato Etico Nazionale francese ha deciso che il sesso surrogato rappresentava “un uso non-etico del corpo umano per scopi commerciali, e che per un disabile la sessualità non può essere considerato un diritto”. Laetitia Rebord non la pensa così e ha organizzato una campagna di protesta contro il comitato etico, rivendicando il proprio diritto a provare piacere: “La gente dovrebbe capire perché stiamo chiedendo questa cosa. Non posso muovermi, non posso nemmeno masturbarmi”. Il tema è delicato, perché coinvolge una sfera profondamente intima della vita di una persona che, per poter restare in vita, deve dipendere in tutto da altre persone.

NELLA BOLLA - Nel suo documentario, Stefania Rousselle include anche la testimonianza di Aminata Gregory, una donna francese di 66 anni che offre sesso surrogato e tecnicamente illegale. Non si definisce una prostituta. Uno dei suoi “clienti abituali” è un uomo di 49 anni affetto da atassia di Friedreich. “All’inizio della seduta, è come se entrassimo in una bolla e diventassimo una coppia normale. Ci parliamo e ci chiediamo reciprocamente delle cose. Alla fine della sessione rompiamo la bolla e tutto finisce. Serve a evitare di innamorarsi”.

sordionline

Edited by Krasin - 5/6/2015, 00:23
 
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Krasin
view post Posted on 19/8/2014, 07:44     +1   -1




Love Ability: Amore senza Barriere

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Il progetto, il primo in Italia, vuol creare un luogo di conoscenza e divulgazione delle tematiche sulle relazioni tra persone disabili e non disabili. Al termine della lavorazione sarà attivo il sito ufficiale.

Ci saranno varie sezione che ci aiuteranno a conoscere queste storie, gli amori, i desideri, le solitudini.

Troppi tabù ci sono in quest’argomento, troppe retoriche.

Vogliamo persone che non temono il mostrare le proprie debolezze, ma anche le proprie straordinarie capacità, troppo spesso dimenticate.

Le sezioni del sito saranno così suddivise:

- Spazio Racconti (Story Ability). Persone che raccontano le proprie storie. Coppie “disabile-nondisabile” o entrambi disabili. Il loro incontro, come lo vivono, ecc. Ci sarà poi un “Book Ability” con foto di coppie.

- Spazio Dating (Daiting Ability). Disabili single che si presentano e raccontano nella speranza di colpire al cuore qualche lettore/lettrice di passaggio.

- Spazio News (News Ability). Notizie che raccontano di persone disabili che nella propria vita sono riuscite a fare qualcosa d’importante in qualche campo. (sport, lavoro, etc)

- Spazio “Sweet Ability“. Chi ricerca una “coccola”, un po’ di compagnia.

E’ iniziata una campagna per aiutarci nel progetto. Chi vuol prenotare una quota (ogni quota è di 10 euro) può andare a questo sito:
www.produzionidalbasso.com/pdb_910.html
e premere sul tasto “SOSTIENI”. Basterà riempire i campi e decidere quante quote prenotare. Le quote saranno pagate solo a raggiungimento di 200 quote entro fino Marzo.
Le quote andranno a sostenere le spese di creazione grafica del portale, il suo mantenimento e le iniziative di divulgazione.

loveability.it
 
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Krasin
view post Posted on 20/8/2014, 10:30     +1   -1




Sesso, amore e disabilità: le storie in un DVD

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Sesso, Amore & Disabilità è un documentario dedicato al tema chiaramente espresso nel titolo. In 105 minuti vengono intervistate 37 persone, molte di loro disabili, con altri professionisti che hanno lavorato e lavorano con loro. Il progetto ha avuto in Priscilla Berardi, curatore scientifico, e Adriano Silanus colui che ha raccolto le testimonianze in tutta Italia. Da Chioggia a Soverato, passando per Bologna e Catania, in Sesso, Amore & Disabilità si tratta senza alcun tabù il tema della sessualità fra disabili.

I protagonisti raccontano le difficoltà incontrate nell’instaurare storie d’amore o semplici storie di sesso. C’è chi racconta che non voleva essere visto accanto a un disabile, o di familiari che mettevano in dubbio le capacità “amatorie” del disabile e, infine, uno di loro racconta di essersi sentito molto male perché “ha avuto una partner grassa” ed è caduto, anche lui, nella trappola della discriminazione.

Gli assistenti sentiti nel film sono d’accordo sull’importanza che le storie d’amore (e di sesso) possono avere per la crescita e per il benessere del disabile. Sesso, Amore & Disabilità si ispira ad altri lavori sullo stesso tema quali El Sexo de los Ángeles di Frank Toro, D’Amore si Vive di Silvano Agosti e Il Kamasutra del Disabile, di Alberto D’Onofrio. Nel documentario, in dvd o visibile sul sito del progetto, si parla anche di temi delicati come l’assistente sessuale. Fabio di Soverato si dice favorevole, mentre Nino di Catania è, invece, contrario: “Mi sembra di dover pagare”. Il tema dell’assistente sociale viene trattato paragonando la sua figura negli altri Paesi (in Scandinavia, Belgio, Olanda e Germania) tenendo conto che in altri paesi è legalmente riconosciuto e non è minimamente riconducibile alla prostituzione e serve seguire un corso di formazione.

Nel dvd si parla anche dell’esperienza dei devotee, il normodotato che si eccita e predilige avere rapporti sessuali con disabili o persone amputate. O i wannabe quelli che desiderano essere disabili. Fra i 37 intervistati ci sono anche alcuni genitori. La madre di Francesca, Stefania, ha ricordato che non è in grado di impedire alla figlia, seppure disabile, di voler fare quello che vuole o di vivere la sua vita. Fra di loro c’è anche chi sogna di avere figli o la coppia formata da Domenico e Roberta che si prende cura del loro figlio e ha raccontato come sì ci sono delle difficoltà, ma la tecnologia viene incontro al disabile che vuole diventare genitore.

Chiara Laganà
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Krasin
view post Posted on 1/9/2014, 13:30     +1   -1




Marien, escort dei disabili

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Una prostituta di Barcellona offre prestazioni a portatori di handicap. In Spagna è polemica. E il sito dell'assistente erotica viene addirittura oscurato.
Marien ha 48 anni, ha un bel fisico snello, capelli castani e lo sguardo sereno. Di professione fa la escort, prostituta se volete, esercita a Barcellona, nella zona delle Ramblas, all'università studiava Scienze politiche, è sposata, separata, ha un figlio.
"Grazie Marien, da te ho avuto la prima carezza della mia vita". Firmato Juan, affetto da Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Grazie, per un momento d'amore, anche se a pagamento, duecento euro a prestazione.

Marien ha una "specializzazione" però, e da quando questa sua specializzazione è diventata pubblica, grazie a una lunga e dettagliata intervista a El Mundo, il suo blog e il suo sito sono stati oscurati per le troppe richieste, ma soprattutto il tema difficile e delicato della sessualità nelle persone disabili è finalmente uscito dall'ombra. Perché Marien da oltre dieci anni offre sesso a pagamento ai portatori di handicap, per un weekend con lei ci vogliono oltre duemila euro, e quando parla dei suoi clienti ne rivela un lato inedito: "Ho scoperto che queste persone non sono così fragili come si può credere. Hanno bisogno di aiuto in alcuni momenti, ma hanno una capacità non comune di superare le avversità". E se oggi definisce il suo lavoro un "servizio sociale", se in molti casi sono proprio le famiglie delle persone disabili a contattarla, Marien non nasconde che all'inizio il suo fu un calcolo, la scelta, dice, "di lavorare in un settore che le altre disprezzavano".

"Mi sono sposata a 17 anni, è andata male, avevo un figlio e un padre a carico... Ho cambiato nome e ho cominciato a lavorare nei night club di Barcellona. Vedevo le mie colleghe disprezzare gli uomini sulla sedia a rotelle, gli zoppi o quelli che indossavano occhiali dalle lenti spesse. Capii che la strada era quella: iniziai a inserire inserzioni sui giornali catalani presentandomi come escort indipendente. Specificando subito quali fossero i destinatari del messaggio".

Da allora un successo (e un business) crescente. "Posso vivere comodamente, ho potuto comprare due appartamenti, far studiare mio figlio". Una storia nell'ombra, fino a poco tempo fa. Una storia che però piano piano la coinvolge. Un blog dove racconta la sua esperienza e le sue sensazioni. "Dare piacere a chi soffre è un servizio sociale. Ho clienti fissi da anni. Siamo diventati amici. Non c'è né pudore né pietà, il sesso è uno scambio, loro ne hanno bisogno, io glielo do....".


IL CASO
Ma dopo l'intervista al El Mundo tutto cambia: il suo blog preso d'assalto, migliaia e migliaia di e-mail, applausi ma anche insulti. Marien diventa un'icona della rete, il dibattito infiamma le associazioni di persone disabili. Il blog viene oscurato, Marien viene sommersa da proposte di interviste televisive, ma per adesso rifiuta visibilità e compensi. "Quello che volevo è spezzare il tabù sulla sessualità dei portatori di handicap. Un problema rimosso, che nessuno vuole vedere, la negazione di un diritto. Le mie colleghe all'inizio mi dicevano: "Marien, come fai, non ti fa schifo?". Sì, parlavano proprio così... No, mai provata questa sensazione, del resto prima di fare l'escort facevo l'infermiera, il mio obiettivo era quello di soddisfare i bisogni delle persone che accudivo, li cambiavo, pulivo. E poi tra i miei clienti ho incontrato persone incredibili, soltanto apparentemente fragili".

In Svizzera, come in Svezia, il lavoro di Marien viene riconosciuto sotto il termine di "assistente sessuale", e le loro prestazioni pagate dallo Stato. Perché forse non c'è bisogno di scomodare la psicoanalisi per spiegare quanto possa essere terapeutico non reprimere ma esprimere le proprie pulsioni sessuali, proprio in soggetti che per le loro patologie non hanno il controllo delle proprie sensazioni. Ed è infatti interessante la testimonianza di Lorenzo Fumagalli, terapeuta di un ragazzo con disabilità mentale. "Era aggressivo, violento. I suoi educatori e i suoi medici decisero che si poteva provare a fargli vivere un rapporto sessuale. Esperimento riuscito: il ragazzo si è calmato e adesso ha incontri mensili con una prostituta".

Un tema delicato, scabroso. Con pacatezza e senza pudori Marien nell'intervista descrive anche le particolari forme di sesso che si possono esercitare con persone affette da disabilità diverse. "Mi commuovono la gratitudine, l'affetto. È vero, vengo pagata, le mie tariffe sono chiare, anzi il denaro è un modo di comunicare netto, senza fraintendimenti. Eppure loro mi ringraziano, come se provare una sensazione erotica per chi è affetto da una diversità fosse un miracolo, una concessione impossibile".

La storia di Marien fa il giro d'Europa. La ritroviamo in centinaia di blog italiani. Le reazioni sono diverse. Le associazioni chiedono cautela, riservatezza. Ma i blogger scrivono. Marco, 31 anni, tetraplegico è il più deciso: "Siamo esseri umani, abbiamo diritto al sesso, all'amore, al piacere. Dopo aver letto la storia di Marien ho chiesto a mia madre di caricare il camper e di portarmi in Spagna. Lei si è messa a ridere, lo ha raccontato a mio padre, e lui ha risposto: perché no, potrebbe essere un'idea".

(Fonte Repubblica.it)
 
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Krasin
view post Posted on 5/9/2014, 17:46     +1   -1




L'Accarezzatrice: Giorgia Wurth affronta un tema scabroso, ma necessario

Seconda prova da scrittrice per l'attrice de Le Tre rose di Eva. Si tratta del libro L'Accarezzatrice (Mondadori), romanzo di speranza e d'amore su un tema delicatissimo e tabù, quello del sesso dei disabili e del ruolo, presente in molti Paesi Scandinavi, dell'assistente (maschio o femmina) sessuale. Ed oltre al libro, Giorgia, ci ha raccontato dei suoi progetti e programmi futuri, al cinema.



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Krasin
view post Posted on 9/9/2014, 06:13     +1   -1




Gay e disabili: è il momento di parlarne

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Un team di ricercatori ha studiato la realtà di omo / bisessuali con disabilità in Italia. Un mondo nascosto e complesso. L'indagine è guidata da Priscilla Berardi, psicoterapeuta che ha eseguito "Abili di cuore", il primo studio sul GLB con disabilità in Italia nel 2007, dopo cinque anni, il sondaggio "Omo-bisessualità e Disabilità Oggi in Italia "(Omo-bisessualità e disabilità oggi in Italia) - i cui risultati saranno presentati a Napoli il 5 e 6 giugno - mira a capire se le cose sono migliorate.

«Dopo lo studio ha sollevato l'attenzione nel 2007 - dice il dottor Berardi -. Il sipario era stato apparentemente abbattuto sulla questione , insieme con i colleghi Raffaele Lelleri e Ambra Guarnieri, abbiamo scoperto che negli ultimi 18 mesi, l'interesse verso la "sessualità e disabilità "coppia ha effettivamente riemerso più forte di quanto non fosse in passato, ma ancora c'è poco o nessun riferimento all'omosessualità nei dibattiti e analisi.»

Persone GLB con disabilità rischiano una doppia discriminazione. «Elaborando due identità considerate come" diverso "- ha spiegato la psicoterapeuta - può richiedere un lavoro interiore impegnativo. Il successo di questo percorso, più complicato per alcune persone, o il fatto che si è auto-accettata solo da una delle due identità, come se l'altro non apparteneva a quella persona, è strettamente correlata alle caratteristiche personali, contesto sociale e familiare crescono e la possibilità di vivere una vita quanto più completa possibile. »

«Il mondo LGBT - considerato da alcuni come escludendo gay con disabilità - è spesso pieno di barriere architettoniche, anche se - va - non ha una tendenza forte in sé quello della società in generale. GLB con disabilità finiscono per mantenere il silenzio su il loro orientamento, non sapendo a chi rivolgersi per aiuto. », tuttavia,« il mondo GLB dovrebbe rimuovere questi ostacoli, ha interpreti di lingua dei segni e sa come accogliere le persone con disabilità che vengono a parlare dei loro problemi. »

Secondo Priscilla Berardi, per i quali non ci sono stati cambiamenti significativi a partire dal 2007, «la maggior parte delle persone ignora le questioni LGBT-legate sulla sessualità in generale e per le persone con disabilità. Informare, formare, educare il pubblico di grandi dimensioni, la famiglia, professionisti disabilità ed esperti di benessere psico-sessuale dovrebbe essere una priorità. »

«La sessualità e l'affetto nelle persone disabili devono essere visti come una possibilità di evoluzione e non come un problema, qualunque sia l'orientamento sessuale e il tipo di disabilità.» Per quanto riguarda l'impiego di assistenti sessuali, Berardi ritiene che possa essere «... la risposta come purché siano terapeuti sessuali, educatori aiutandoli scoprire il loro corpo, e non semplicemente fare sesso. Si tratta di una soluzione efficace senza una mutazione capillare di cultura e costumi. »Il recente documentario" Sesso, amore e Disabilità ", (" Sesso, amore e disabilità "), che Priscilla Berardi ha lavorato, è cibo per la mente.

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Da Ivano Abbadessa - 2013/06/03
 
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Krasin
view post Posted on 21/1/2015, 19:54     +1   -1




Disabilità e sesso, un sito ha abbattuto il muro

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In una società basata sull’immagine e sul dare una visione di «sé» bella e sicura, parlare di handicap o di disabilità molto spesso diventa, più o meno inconsapevolmente, un tabù. Quasi come se, pur sentendoci in colpa nel dribblare l’argomento, di «certe cose» si preferisce non dire e non vedere. Figuriamoci se l’argomento non è tanto solo la disabilità, quanto il binomio handicap-sessualità.

A dare una straordinaria visione di questo tema fu negli anni ottanta Rosanna Benzi, che seppe descrivere in modo tanto dolce quanto reale il desiderio ed il pensiero di sessualità per una persona disabile. Rosanna Benzi era (è) quella ragazza che visse sedici anni con un polmone d’acciaio (dal 1963, quando aveva 13 anni, al 1991, quando morì) a causa di una grave forma di poliomielite. Rosanna seppe superare l’handicap con forza d’animo e semplicità abbinate in un cocktail straordinario che le permise di scrivere libri, di fondare la rivista “Gli Altri” e di amare, ed essere amata.

Da Rosanna partirono stimoli e impulsi che hanno portato in questi anni il dibattito su disabilità e sessualità ad approfondimenti sempre più efficaci e privi di assurdi tabù. Recentemente è stato creato il sito www.loveability.it, che vuole offrire «una scatola da consultare, da utilizzare in modo fruibile e da visionare, sul tema della sessualità e della affettività».

Loveability è un’innovativa creazione «utile a conoscere ciò che in molti non vogliono vedere, ciò che in molti reputano non possa esistere e che invece c’è , come afferma sul proprio sito l’artefice di questo progetto, Maximiliano Ulivieri, già realizzatore di www.occhiodellanima.it. “L’amore, vissuto sia con i sentimenti quanto con il corpo, raccontato da persone con disabilità attraverso le proprie storie, positive o negative che siano, questo potete trovare sul sito».

«Pezzi di passato, emozioni del presente che possono cambiare una mentalità bigotta -continua Ulivieri- e che vogliono far conoscere e comprendere che tutti possono amarsi. Una visione diversa del sesso, espressa da chi lo vive anche con la disabilità, nelle limitazioni e nelle gioie».

Una vera e propria esplosione innovativa, perchè l’educazione alla sessualità ha avuto percorsi difficili e controversi nel corso della storia del nostro paese, per ragioni culturali, morali, pedagogiche. E’ stato un tema per molto tempo negato e represso dalla famiglia e dalla scuola.

Purtroppo sembra ancora difficile pensare alla persona disabile come un essere sessuato. La persona con deficit psichico o fisico è identificata dalla società solo con il “ritardo” o la menomazione. Sono così negati i suoi sentimenti, le sue potenzialità, i suoi bisogni. In particolare sono dimenticati i bisogni sessuali.

caffenews
 
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Krasin
view post Posted on 7/2/2015, 18:50     +1   -1




Toscana la proposta per il diritto alla sessualità dei disabili



Diritto alla sessualità dei disabili: la proposta choc arriva da Enzo Brogi, il consigliere regionale Pd che si è battuto per i farmaci a base di cannabis ha promosso un documento in cui impegna la giunta a affrontare il problema dell'assistenza sessuale."Penso più ad un’accarezzatrice, o ad un accarezzatore, anzichè ad un assistente sessuale tout-court" dice Brogi "penso a qualcuno che sia in grado di assicurare non solo sesso, ma che abbia soprattutto una funzione psicologica e umana, che sappia costruire un rapporto con il paziente e con le famiglie di disabili fisici e psichici, entrambi con esigenze anche sessuali talvolta diverse". In realtà un disegno di legge c’è già: è stato presentato dal senatore Pd Sergio Lo Giudice e prevede un percorso formativo ad hoc per iniziare questa professione, il coordinamento e la promozione della normativa e l’istituzione di elenchi di assistenti a livello regionale. "Il percorso sarà lungo" ammette Brogi, "ma è quello giusto e che va nella direzione di sollevare questo diritto a sessualità, nuova professione dal rango della prostituzione".

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Krasin
view post Posted on 3/3/2015, 19:33     +1   -1




La notizia dell’apertura di una casa di piacere per soli disabili in Gran Bretagna ha suscitato un grosso dibattito. Anche all’interno della redazione di Jalla. Questa notizia squarcia il silenzio su un tema molto delicato: i rapporti sessuali tra disabili. In molti paesi europei esistono da anni delle figure professionali specifiche: gli assistenti sessuali, uomini e donne che terapisti del sesso per disabili. E in Italia quando? Ne abbiamo parlato con Maximiliano Ulivieri, web designer e giornalista affetto da distrofia muscolare fin da bambino, che dell’introduzione di questi terapisti del sesso in Italia sta facendo una vera e propria campagna. Tra i tanti siti che cura Max vi segnaliamo Love Ability (da cui è tratta anche la foto qui sotto) e il suo blog sul Fatto quotidiano.

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Krasin
view post Posted on 17/3/2015, 10:01     +1   -1




Il sito che insegna alle prostitute come fare sesso con i disabili

In Svizzera la piattaforma Sexcare.ch offre consulenza per migliorare la vita sessuale delle persone diversamente abili

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"E' più facile sensibilizzare una donna che lavora in ambito della prostituzione rispetto al problema della disabilità rispetto al suggerire ad una badante di fare sesso con i propri assistiti": parole di Andreas Schürch e Isabelle Koelbl, creatrici di Sexcare.ch, una piattaforma online svizzera che offre formazione alle prostitute rispetto al sesso con persone disabili.

Il sito fornisce veri e propri workshop, nei quali le lavoratrici del sesso possono ottenere informazioni sulla disabilità e su come gestirla "a letto". E ovviamente ha ricadute molto positive per tutti i diversamente abili che vogliono vivere con soddisfazione la propria sfera sessuale, anche quando, per forza o per scelta, questa si debba concretizzare in un rapporto "a pagamento".

Le prostitute che hanno partecipato si sono dette molto contente e soddisfatte, come Nina, di 25 anni, che afferma: "Sono una persona molto aperta e socievole e il mio lavoro umanamente mi dà molto. Quello che faccio viene molto apprezzato e ciò è molto bello".

29 aprile 2014
today.it
 
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Krasin
view post Posted on 21/4/2015, 14:08     +1   -1




pv av-391 Sesso e disabilità: basta coi tabù!

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Krasin
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pv av-391 Sesso e disabilità: basta coi tabù!

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Krasin
view post Posted on 4/6/2015, 23:22     +1   -1




EDUCAZIONE 10.05.2013

Disabilità e sessualità: un tabù o una occasione per ripensare l'affettività?

Intervista alla prof.ssa Claudia Giorgini del Pontificio Ateneo Salesiano



Ci sono tematiche che non sono semplici, ma che vanno affrontate con serenità e senza preconcetti, una di queste è certamente quella della sessualità vissuta dalle persone con disabilità. Con quale approccio cristiano si vuole affrontare tutto questo? Noi siamo partiti da una considerazione fatta da Giovanni Paolo II nel gennaio del 2004. In quell'occasione il papa polacco - vivendo personalmente la sofferenza di un corpo che non risponde più ai comandi della mente - ricordava che: “Si tratta di un aspetto spesso rimosso o affrontato in modo superficiale e riduttivo o addirittura ideologico. La dimensione sessuale è, invece, una delle dimensioni costitutive della persona la quale, in quanto creata ad immagine di Dio Amore, è originariamente chiamata ad attuarsi nell’incontro e nella comunione. Il presupposto per l’educazione affettivo-sessuale della persona handicappata sta nella persuasione che essa abbia un bisogno di affetto per lo meno pari a quello di chiunque altro”.


Per affrontare in modo corretto questo argomento abbiamo chiesto aiuto alla prof.ssa Claudia Giorgini, docente di “Metodologia Catechetica: persone diversamente abili" presso il Pontificio Ateneo Salesiano.

Professoressa Giorgini, come si affronta tutto questo in un contesto etico e medico oggi?

Claudia Giorgini: Oggi, viviamo nel tempo della cultura dell'erotizzazione. Questa è costruita sull’idea che “l’uomo è tale perché fa sesso; il disabile è uomo, il disabile deve fare sesso”; ancora, è interessante nella misura in cui è continuamente stimolante e può essere cercata solo se è sempre nuova (è una tecnica del corpo); è il luogo del piacere individuale e l’altro è lo strumento per raggiungerlo. Si riduce la sessualità a genitalità.

Purtroppo “le logiche…. illogiche” che sottendono a questo modo di pensare sono:

– La logica della negazione (il problema è visto, ma si preferisce negarlo, non esiste)
– La logica della rimozione (meccanismo di difesa per smettere di vedere il problema)
– La logica dello scarto (il problema viene identificato, delimitato, isolato, separato dal resto)

Dovremmo, invece, affermare che la sessualità coincide con un fondamentale modo d’essere del sé: appartiene all’esperienza del proprio corpo, nella relazione ad altri da sé e nelle forme della cultura. I gesti del corpo hanno un senso in quanto sono dentro una relazione affettiva e integrati in una totalità di sentimenti e di emozioni. L’eros è più della sessualità e coinvolge la possibilità di vivere il piacere della vita; dello stare insieme, del mangiare, del bere, del fare qualcosa che provoca emozioni positive e piacevoli.

In alcuni paesi europei (Germania, Paesi Bassi e Svizzera in particolare) ci sono figure professionali di terapisti – opportunamente formati – che prestano servizio presso centri medici e riabilitativi per vittime di incidenti oppure per persone con disabilità congenita che hanno problemi con la loro sfera affettivo-sessuale, cosa ne pensa? Sono parte di una risposta corretta a questa tematica?

Claudia Giorgini: Non esistono ricette preconfezionate su come va gestita la sessualità con le persone con disabilità, tuttavia ritengo che l'esperienza di alcuni Paesi europei come quelli da lei citati, dove esistono associazioni che utilizzano dei professionisti che si prestano per prestazioni sessuali, non sia la risposta adeguata e che si rifa all'idea che la sessualità è puramente un atto di sfogo. Io mi chiedo quali possano essere i benefici psichici, fisici e relazionali acquisiti dalla persona oggetto di queste prestazioni o in misura maggiore i danni che ne derivano (al disabile) dal subire un simile trattamento. Si perde completamente di vista la dimensione umana dell'atto con la supremazia dell'essere animale dell'uomo.

Non c'è naturalmente solo l'aspetto sessuale ma anche una corretta educazione affettiva che va insegnata e diffusa nella Chiesa e nella società, perché la vita delle persone portatrici di handicap sia piena e soddisfacente: quali le iniziative e quali i pregiudizi da sfatare?

Claudia Giorgini: È un’esperienza che coinvolge tutto il corpo, tocca la nostra libertà e le nostre scelte. È un modo di esserci, globale, coinvolge tutto me stesso (corpo, sentimenti, relazioni). Un possibile percorso educativo dovrebbe prevedere queste tappe:

a) dall’eros come bisogno all’eros come esperienza della relazione, della tenerezza e del dono di sé;
b) dall’individualismo (del privato) alla relazione: la famiglia è la prima forma dell’esperienza dell’amore. Acquista il senso di relazione d’amore, di comunione totale.

E' necessario un apprendimento del controllo delle pulsioni:

- avviare un processo di umanizzazione nel senso di educare al controllo delle pulsioni;
- l’adulto deve diventare la “via alta” del disabile e cioè la capacità di riconoscere gli impulsi, stimolare il freno e la capacità riflessiva;
- dalla relazione con l’adulto nasce la fedeltà, la capacità di relazione.


Maurizio Faggioni afferma che la sessualità, orientata alla relazionalità, si esprime in diversi modi e livelli dipendenti dalla capacità del singolo di instaurare consapevoli relazioni interpersonali. Una relazionalità che si fa prossimità, intimità, luogo della comunicazione non verbale.

Dal lato dei pregiudizi da sfatare bisogna lavorare su tre aspetti che la maggior parte delle persone ritiene “assodati”:

a) primo che le persone disabili sono asessuate;
b) secondo che le persone disabili non sono in grado di avere e di vivere rapporti sessuali: non provano desiderio;
c) e infine, terzo, che le persone disabili sono eccessivamente interessate al sesso e non sono in grado di controllare il loro comportamento sessuale.

Bisogna sfatare questi “miti” e ripartire dal fatto che i disabili sono persone e come tali vanno considerate.

aleteia.org/it
 
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